Volutamente abbiamo intitolato questo articolo con un tono un po’ provocatorio, perché proprio questa è la filosofia di HS FORMAZIONE:“La sicurezza sul lavoro non è una legge… e non lo è neanche la formazione della sicurezza sul lavoro ”
È così, infatti, che con HS GROUP approcciamo non soltanto il lavoro consulenziale e formativo che svolgiamo quotidianamente da oltre 10 anni presso le nostre aziende clienti, ma anche la formazione di settore che eroghiamo a favore di neo professionisti e professionisti di settore con HS FORMAZIONE
Oggi, quello che vorremmo fare con questo articolo, è imprimere questa frase nelle menti di chi ancora sta prendendo decisioni in merito al proprio futuro e alla propria carriera e che sta, in particolare, pensando di direzionarla verso il settore della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.
A chi dedichiamo questa frase quindi?
- ai neolaureati di settore e non;
- ai nuovi lavoratori della sicurezza;
- e a quelli meno nuovi…
Perché la dedichiamo a loro?
Perché sia gli uni che gli altri sanno che avranno o hanno già avuto a che fare, in ambito formativo, con due situazioni certamente scomode e/o stressanti; a volte addirittura di ostacolo per uno svolgimento sereno e fluido della propria professione
- I crediti formativi, ovvero i cosiddetti CFO da conseguire periodicamente ed entro termini prestabiliti dalle norme vigenti a seconda dei titoli acquisiti attraverso corsi di aggiornamento (ad esempio, i corsi di aggiornamento RSPP)
- Tutti i vincoli e i cavilli giuridici che, ovviamente, vi sono in un settore ad elevato contenuto tecnico come il nostro.
Le conseguenze della pressione dei CFO nella formazione e degli aspetti giuridici legati alla professione.
Oggi, con tutti gli strumenti web a disposizione, il lavoratore o il futuro lavoratore non ha grossi problemi ad acquisire informazioni a 360° prima di fare la sua scelta, sia che si tratti di un processo di acquisto o che si tratti di intraprendere un percorso professionale in un determinato ambito.
Ciò vale, ovviamente, anche per gli attuali e futuri professionisti della sicurezza sul lavoro, che, attraverso un vasto ventaglio di informazioni di settore, riescono in poco tempo a confrontare gli argomenti di maggior interesse e a “tirare le somme”, decidendo se continuare a fare quello che stanno facendo, o se iniziare un preciso percorso formativo.
Ma arriviamo al dunque…
Molto spesso, i crediti formativi rappresentano un ostacolo psicologico per chi vorrebbe iniziare un certo tipo di carriera o percorso di studi.
Nel campo della sicurezza sul lavoro, poi, la mole di leggi e di regolamenti hanno raggiunto un livello di complessità tale che la formazione ha finito con il tempo per essere concepita come una serie di adempimenti meramente formali, da assolvere con una certa passività.
Questo vale:
- sia per i tecnici, operatori della sicurezza, RSPP
- sia per le aziende assistite (datori di lavoro e loro dipendenti).
L’aspirante professionista sulla sicurezza sul lavoro ha, quindi, davanti a sé uno scenario scoraggiante:
- Il rispetto continuo nel tempo di numerosi CFO, da conseguire periodicamente, ed entro termini prefissati;
- La difficoltà di trasferire al datore di lavoro e suoi lavoratori il giusto senso e la giusta importanza della normativa, che ahimé è già di per sé articolata e complessa.
Quali sono le conseguenze di tutto questo sulla formazione degli operatori della sicurezza?
Volendo menzionare solo le conseguenze professionali, senza stare in questa sede a dilungarsi in merito ai danni ad aziende e persone, gli operatori della sicurezza, molto semplicemente:
- rinunciano alla professione, che avrebbe potuto rivelarsi per loro proficua nel medio-lungo termine;
- Oppure si ritrovano quotidianamente a combattere contro questo approccio sbagliato, sia rispetto alla formazione sia rispetto al lavoro vero e proprio.
Qual è questo approccio sbagliato? Quello secondo il quale:
“La sicurezza sul lavoro è una legge e che ogni azione formativa o consulenziale debba essere svolta solo in funzione della legislatura vigente”
Attenzione!
Il concetto di per sé non è errato, ma molto riduttivo.
L’approccio giusto alla formazione degli operatori della sicurezza
Dopo la breve analisi di un panorama, purtroppo esistente, fatto di percezione negativa del settore, a svantaggio di un lavoro professionale sereno da parte degli operatori della sicurezza, vogliamo dirvi come secondo noi, e secondo tutti coloro che sposano il concetto di cultura della sicurezza sul lavoro, dovrebbe essere l’approccio alla formazione professionale di settore.
“Le persone non sono guidate dagli obblighi, ma ispirate da ciò che fanno o che vorrebbero fare, questo vale anche in ambito professionale ed è a questo a cui bisogna dare l’assoluta priorità”
Ora, non vogliamo qui giudicare o criticare un sistema normativo che è stato appositamente studiato da esperti e conoscenti della materia, né abbiamo il potere di modificarlo o di privarlo di importanza.
Il nostro obiettivo è, invece, quello di accoglierlo e valorizzarlo puntando su:
- competenze specialistiche;
- passione e dedizione al tema della cultura della sicurezza;
- formazione sostanziale ed effettiva.
Cosa vogliamo dire?
Che, qualsiasi sia la nostra posizione attuale (neo laureati in corsi di settore come ingegneria della sicurezza o tecniche della prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro, o neo lavoratori che stanno cercando una direzione da dare alla propria carriera), la nostra analisi e scelta dovrebbe basarsi sull’unico elemento che ci condurrà al successo professionale:
Il cambiamento della cultura della sicurezza sul lavoro
Questo, a sua volta, potremmo suddividerlo in altri due sotto-temi:
1. Cambiamento culturale rispetto alla formazione di settore
Da anni se ne parla, ma ancora nulla è cambiato. La semplificazione dei cavilli burocratici legati alla formazione in materia di sicurezza sul lavoro rimane ad oggi un tema centrale di discussione.
Nonostante questo, rimane il fatto che la sicurezza sul lavoro è un settore sempre più bisognoso di competenze, non solo tecniche, ma anche organizzative e manageriale. Ecco perché dovremmo continuare ad investire in formazione e crescita personale/professionale, a prescindere dall’oppressione burocratica presente.
Lo sviluppo delle competenze personali, insieme alla specializzazione tecnica e alla formazione sul campo, supera di gran lunga questi ostacoli.
2. Cambiamento culturale rispetto al lavoro di operatore della prevenzione e della sicurezza
In Italia ogni giorno 3 persone perdono la vita sul posto di lavoro e i numeri a livello internazionale sono ancora più impressionanti: si contano 6.300 vittime ogni giorno e 600 persone al minuto hanno un incidente sul lavoro.
È un bollettino le cui cause molto spesso risiedono nel mancato rispetto della legge, ma anche dall’assenza di profili professionali con competenze specialistiche di settore, e formati anche sotto il profilo pratico, non solo normativo.
Potremmo parlare per ore delle conseguenze di una formazione scarsa e poco adeguata dei tecnici della sicurezza.
Se ci si preoccupa soltanto degli adempimenti normativi, senza preoccuparsi dei contenuti e della qualità dei corsi usufruiti, quale pensi sia l’approccio al lavoro seguito?
Semplice..
L’operatore della sicurezza, che ha subito passivamente la formazione, si rivolgerà alle aziende facendo percepire se stesso all’impresa come semplice burocrate.
Questo avrà conseguenze negative su:
- il senso e il valore che saprà comunicare al datore di lavoro del suo lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in generale;
- l’importanza, di conseguenza, che il DDL darà all’operatore della sicurezza a cui si rivolge;
- la qualità del lavoro erogato;
- la capacità di sensibilizzare le proprie aziende clienti rispetto al tema della cultura della sicurezza e prevenzione.
ECCO COSA VI SUGGERIAMO
- Sperimentare “nuovi linguaggi della sicurezza”:
dando spazio all’allenamento professionale, alla creatività, al giusto mix di formazione, tra quella formale e quella promotrice di competenze reali sul campo.
- Lavorare sullo sviluppo professionale:
concependolo come strumento divulgatore di cultura della sicurezza sul lavoro;
- Non ridurre la propria professione soltanto agli aspetti normativi:
Questo è quello che deve fare chi riscopre il ruolo del RSPP sia in fase di formazione, che sul campo.