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Ruoli della Prevenzione e Sicurezza

RSPP e i tipici impedimenti del suo ruolo: come comportarsi

Quali sono gli impedimenti tipici che un RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione sui Luoghi di Lavoro) incontra sul campo a sfavore di una corretta attivazione delle misure di prevenzione e sicurezza?

A tal proposito, è bene parlare del “comportamento” dei lavoratori e del datore di lavoro.

Prima di avvicinarsi alla sfera comportamentale che va a delineare un contesto di semplice o difficile gestione da parte di un RSPP vediamo, secondo il legislatore, dove si fermerebbero gli obblighi di quest’ultimo.

Gli obblighi del RSPP

Il RSPP ha il compito di guidare il datore di lavoro nell’assolvimento dei suoi doveri, fornendogli le competenze tecniche ed organizzative di cui ha bisogno per garantire la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti.

Fin qui non ci piove! Ma se il DDL non adempie all’assolvimento dei suoi doveri?

Come si comporta il RSPP in questo caso?

compiti del RSPP

Il RSPP non ha l’obbligo di effettuare controlli sulla effettiva applicazione del piano di azione presentato al DDL (datore di lavoro) .

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione risponde penalmente del suo operato se, nella procedura di stesura del documento di valutazione dei rischi (DVR), omette l’individuazione di carenze precauzionali o di situazioni di rischio a seguito delle quali poi si dovesse verificare un infortunio sul lavoro.

Per avere una panoramica più completa sul ruolo del RSPP accedi alla pagina dedicata al Corso RSPP

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e datore di lavoro: un rapporto delicato

Abbiamo detto in sintesi che:

  • il RSPP ha il compito di coadiuvare il DDL e gli organi preposti in un’attività strutturale di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.
  • il RSPP non risponde penalmente di eventuali obblighi omessi da parte del DDL se questi sono stati previaamente indicati dal RSPP attraverso l’apposito documento ufficiale di valutazione dei rischi (DVR).
  • il RSPP risponde penalmente se omette la segnalazione di situazioni di rischio pericolose per il singolo lavoratore o per la collettività all’interno dell’ambiente di lavoro.

Come sappiamo in azienda è il DDL il principale responsabile delle misure adottate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Non sempre, d’altronde, viene rispettato il piano di intervento elaborato dal RSPP, solitamente per due motivi: costi elevati o difficoltà a riorganizzare i processi di lavoro/ambienti di lavoro.

Già questo, ci fa capire quanto sia delicata la situazione e quanto siano necessarie competenza e autorità da parte di un Responsabile della Prevenzione e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro nella gestione dei rapporti con il DDL.

Ciò che sta alla base di questi problemi è riconducibile a:

  • Una scarsa preparazione in materia di sicurezza da parte del datore di lavoro;
  • Una scarsa cultura della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro.

Come si comporta un RSPP in un contesto difficile?

Il primo ragionamento che bisognerebbe fare è quello di lavorare sulle priorità.

Vediamo quali sono.

Priorità 1- Eliminare i rischi alla collettività e al singolo lavoratore.Rspp-rischio antincendio- blog Hs Formazione

Quali sono questi rischi? Quelli correlati agli infortuni più gravi, fra cui:

Rspp- rischio di caduta dall'alto-blog HS Formazione

  1. Rischio elettrico: ad esempio, un cantiere può contenere prese elettriche non isolate correttamente;
  2. Schiacciamento da mezzi pesanti: è bene, ad esempio, proteggere i pedoni dai mezzi pesanti con apposite aree pedonali protette;
  3. Rischi degli ambienti confinati: quelle aree in cui si possono creare pericoli mortali a cause delle loro caratteristiche (ad esempio, in presenza di agenti chimici pericolosi gas, vapori, polveri). Controllare ed analizzare in laboratorio tali aree prima di consentire l’accesso del lavoratore, è sicuramente prioritario in un piano di sicurezza sui luoghi di lavoro;

rspp- rischi dei luoghi confinati

Priorità 2 – Ridurre l’esposizione collettiva o individuale alle criticità, come ad esempio l’esposizione prolungata a polveri e sostanze chimiche.

Quando i rischi non si possono eliminare del tutto, bisogna agire attraverso la riduzione dell’esposizione del lavoratore a tale rischio, normalmente attraverso la sostituzione di un elemento, con uno meno pericoloso.

Abbiamo visto, almeno in linea generica, le priorità, quindi i rischi su cui bisogna necessariamente agire, sia a livello normativo, sia a livello gestionale.

Un buon RSPP, che non abbia solo affrontato temi tecnici e normativi appresi dal corso di abilitazione RSPP , sa come gestire e mediare le necessità primarie di un’azienda coordinando e scadenzando le azioni risolutive con quelle che poi sono le reali possibilità aziendali per affrontare un rischio, specialmente se questo comporta spese alte e le risorse finanziarie sono moderate.

È qui che nasce il conflitto più comune, la sfida del RSPP:

La resistenza al cambiamento della cultura della sicurezza sul lavoro: come comportarsi

Quando parliamo di resistenza al cambiamento parliamo del valore e dell’importanza che ha per il DDL un piano di sicurezza completo sui luoghi di lavoro.

Parliamo di come il datore di lavoro mette sulla bilancia il costo da sostenere per un servizio di prevenzione e protezione completo e il valore che ha per lui e per la sua azienda.

Le varianti di risposta sono 2:

1 – Nel primo caso, il datore di lavoro è abituato a dare più peso al fattore costo.

Come comportarsi:

  • Tale costo per lui è quasi insostenibile perché presumibilmente non ne percepisce il valore; ed è sul valore che bisogna agire. In che modo? Cercando di fargli percepire che siamo dalla sua parte, e proponendogli, se possibile, delle alternative più flessibili in termini di costo ugualmente valide per la messa in sicurezza del luogo di lavoro.
  • Sempre rimanendo in tema costi per la sicurezza sul lavoro, l’abilità di un RSPP è proprio quella di far comprendere che la mancata messa in sicurezza dei luoghi di lavoro ha un costo potenziale molto più alto, in termini di assenteismo, infortuni, sanzioni, etc.

Tutto ciò con dei dati alla mano. Vedi qui articolo correlato sui costi della non sicurezza.

Insomma, è quasi ovvio che oltre alla parte burocratica e tecnica, il Responsabile della Prevenzione e Sicurezza deve avere della capacità comunicative e anche di leadership, oltre la media, per mantenere un minimo di potere autoritario al cospetto di datori di lavoro e top management.

È per questo che il RSPP, come lo vediamo noi, è un vero è proprio HS Manager

  • Nel momento in cui sono state individuate le problematiche, il lavoro di un buon responsabile della sicurezza è quello di ottimizzare il più possibile tempi e costi di intervento, come ad esempio prevedendo una modifica dei macchinari aziendali presenti anziché una totale sostituzione.

2 – Nel secondo caso, il più negativo, il DDL pensa di poter gestire i suoi lavoratori, anche in ambito sicurezza sul lavoro, in autonomia, secondo la logica del “fai da te”. 

Come comportarsi

  • C’è poco da fare. La formazione del datore di lavoro  e  quella dei lavoratori in tema sicurezza, in questo caso è la chiave di volta. Su questo il RSPP deve fare leva per poter raggiungere i suoi obiettivi. 

Un buon “consulente della Sicurezza sul Lavoro”, in sostanza, oltre a focalizzarsi su “quanto costa un infortunio e quanto costa prevenirlo”, è importante che faccia luce sui “COSTI DELLA NON SICUREZZA” sostenuti dall’azienda a causa di personale non adeguatamente formato con corsi come:

Rspp- formazione lavoratori generale

 

 

 

 

Jessica Gaglione

Sono una libera professionista in ambito Digital Marketing. La passione per la "crescita" sia a livello individuale che aziendale, mi ha indotta ad affiancare piccole e medie aziende che vogliono comunicare il valore aggiunto di ciò che hanno da offrire sul mercato. HS FORMAZIONE ha ideato un piano di crescita professionale nel settore della sicurezza sul lavoro, pieno di concretezza e di valori, tutti da comunicare e mettere a disposizione dell’utente.